Risposta del movimento dell'acqua greco a Suez

Una risposta a Diane D’Arras
Vice Presidente Esecutivo Senior – Sezione Acqua Europa Occidentale - Suez Environnement

Cara Diane,

Innanzitutto, mi permetta di sottolineare che quanto segue si basa su quanto da Lei affermato e sulle sue risposte fatte nel corso della Sua recente Conferenza stampa a Salonicco, come riportate dalla stampa e dai media presenti

Nonostante la tradizione democratica del Suo paese natale e in forte contrasto con le Sue dichiarazioni quanto al fatto che Suez terrà in considerazione le opinioni e i sentimenti dei cittadini il fatto che nessun cittadino e soltanto alcuni fra i giornalisti coinvolti siano stati invitati non può che essere giudicato negativamente. Ciò contrasta anche con l’invito ufficiale, a nome di Suez, fatto ai membri eletti del Consiglio comunale a diventare membri del nuovo Consiglio di amministrazione della società. Qualcuno avrebbe potuto chiedere di chiarire quali diritti tale partecipazione implicherebbe a parte quelle di offrire un falso senso di trasparenza e partecipazione pubblica. Sfortunatamente, nessuna domanda di questo tipo è stata fatta dai giornalisti presenti, alcuni dei quali sono a libro paga del suo partner (HRADF) nell’offerta TAIPED per l’acquisizione del 51% delle quote EYATH, la società pubblica che gestisce i servizi idrici di Salonicco.

Nel leggere il suo curriculum siamo venuti a conoscenza del fatto che nel 1993 Lei ha accettato un posto manageriale, e poi una promozione, in "Aguas Argentinas" (Buenos Aires) la quale lo stesso anno è stata privatizzata, in piena crisi economica argentina, e rimunicipalizzata nel 2006. L’Argentina, come scrive nel Suo CV, è stata per Lei “una grande esperienza che ha fornito l’opportunità di scoprire nuovi modi di pensare, sul piano professionale e personale”. 

Ha detto che il prezzo dell’acqua sarà stabilito da un ente regolatore indipendente. L’autorità greca per le acque non è niente di più del Segretariato Speciale per l’Acqua (un vecchio servizio del Ministero per l’Ambiente, l’Energia e il Cambiamento Climatico), frettolosamente riqualificato come Autorità indipendente, immediatamente dopo l’annuncio dell’imminente privatizzazione di EYDAP (la Società per l’acqua di Atene) ed EYATH. Tale servizio può rammentarle un suo equivalente argentino il quale, secondo il rapporto di la banca mondiale[1], l’Autorità argentina “mancava di esperienza poiché era stato creato durante la privatizzazione” e le sue “decisioni non erano prese in considerazione”. Il fatto che nel 1997 ad Aguas Argentina mentre la crisi infuriava nel paese, sia stato accordato un contratto di concessione con termini molto generosi che autorizzava di esigere dollari al vecchio tasso di scambio 1:1 e questo, dopo la svalutazione del peso e nonostante l’abissale valore internazionale del primo non può che sottolineare il livello di capacità ed efficienza dell’Autorità argentina[2].

In più, nel 2010 l’ICSID[3] ha riconosciuto che la decisione presa del governo argentino per impedire di aumentare l’aumento del prezzo dell’acqua quando il valore dell’ARS crollava, aveva danneggiato gli operatori privati e un risarcimento è stato ordinato. I privati hanno dichiarato di pretendere a un compenso di 1,2 miliardi di dollari. Insomma ci chiediamo se le decisioni delle Autorità per le acque riguardo al prezzo dell’acqua, l’osservanza degli obblighi contrattuali e altre questioni verranno “rispettate”, secondo quanto dichiarato a Salonicco o se la loro esistenza, in molti casi, potrebbe servire da alibi burocratico, atto a facilitare la corruzione e la legalizzazione di monopoli privati con il benestare di organismi internazionali a favore della privatizzazione[4] ?

Ha sottilineato, come una delle priorità di Suez a Salonicco, la protezione dell’ambiente e – fra l’altro, il “ripristino della qualità nella baia di Thermaikos”. Lo speriamo sinceramente, perché in Cile, Suez è stata costretta a risarcire una somma di 5 miliardi di dollari per i “cattivi odori” emessi dall’impianto di trattamento delle acque reflue (PSIRU, Università di Greenwich).

L’invitante promessa di investire annualmente dai 25 ai 50 milioni di euro su infrastrutture che resteranno proprietà di EYATH Infrastructures S.p.A. pone Suez all’apice della classifica mondiale degli enti di beneficienza dato che gli utili netti EYATH ammontano a circa 18 milioni di euro. Almeno che, ovviamente, il prezzo dell’acqua sia in qualche modo destinato a essere “riallineato” per coprire il costo degli investimenti e garantire un margine di utile ragionevole agli azionisti-investitori. In tale caso si potrebbe dire che gli ipotetici investimenti saranno pagati dai buoni e, potreste sperare, eccessivamente generosi cittadini di Salonicco.

Secondo un rapporto del 2009 (PSIRU, Università di Greenwich), gli investimenti infrastrutturali per l’acqua in Francia sono quasi tutti sovvenzionati dallo settore pubblico laddove e mediamente, soltanto il 12% è sostenuto da società private. Se investimenti di questa portata non sono stati realizzati in Francia come potranno esserlo in Grecia?

Forse è questo il motivo che ha portato i comuni di Parigi, Brest, Grenoble, Cherbourg, Varages, Castres a riappropriarsi dei servizi per l’acqua mentre altri (Toulouse, Montbeliard, Bordeaux, Lille) non vedono l’ora di imboccare la stessa strada?

Ammettendo pero, che gli investimenti si facciano veramente, in che modo Suez intende pagarli?

Il bilancio Suez dichiara passivi per 19.777 milioni di Euro e attivi per 6.859 milioni di Euro. Considerato che gli attivi comprendono 3.264 milioni di Euro di avviamento e 4.060 milioni di Euro in altri immateriali, Suez va in negativo (- 465 milioni di Euro). Negli ultimi quattro anni, Suez mostra soltanto perdite: 2.281 milioni di Euro nel 2009, 1.158 milioni di Euro nel 2010, 1.205 milioni di Euro nel 2011 e 1.314 milioni di Euro nel 2012[5].

D’altra parte, la piccola “EYATH” (dal sopravalutato valore azionario, secondo Lei) ha dichiarato nel 2012: utili netti per 24 milioni di Euro, patrimonio contante per 33 milioni di Euro (aggiornato a 50 milioni di Euro) e capitale azionario per 135 milioni di Euro su un reddito annuoe di 74 milioni di Euro. Il suo valore in borsa è quotato a 220 milioni di Euro (secondo il rapporto finanziario del 2012).

Sarebbe forse meglio mettere da parte le teorie sulla superiorità manageriale del settore privato, almeno fino a quando il quadro non s’inverta.

Ha dichiarato che le acquisizioni di azioni EYATH da parte di Suez condurranno alla creazione di 4000 (!) nuove opportunità lavorative in un ambiente lavorativo che, nel corso degli ultimi tre anni, ha polverizzato posti di lavoro a un ritmo terrificante senza lasciare pensare a un imminente mutamento. Dal momento in cui EYATH ha smesso di essere un servizio pubblico ed è diventata una S.p.A. (con Suez che nel 2006 si aggiudica il 5,46 delle azioni) il personale è stato ridotto da 700 a 235 unità lavorative dal momento che i posti rimasti vacanti dopo il pensionamento del personale non sono stati rinnovati.Con quale possibile piano investimento e in funzione di quale organigramma si pensa di provvedere al reclutamento di cui necessita la gestione di EYATH dato il numero fisso di “clienti”, questo senza aumentare il prezzo dell’acqua al metro cubo? (Ad ogni modo al momento la società dispone di soltanto sette autisti per ottanta veicoli e impiega soltanto undici idraulici su una rete di circa 2.330 km e di 510.000 clienti/idrometro). Quanto ai prezzi, dal 2001 sono quasi triplicati. Nonostante ciò, c’è da chiedersi se i prezzi dell’acqua correntemente applicati da EYATH possano a mantenere la società in salute.

Il referendumi, ha detto “potrebbe essere importante ma d’altra parte resta pur sempre di un’azione politica”. Appunto!. Proprio un referendum ha permesso ai cittadini di Berlino di accedere alle informazioni relative ai termini segreti del del contratto di concessione con il l quale il servizio pubblico dell’acqua passava a Veolia e RWE, facendo salire le tariffe in modo costante; è stato grazie a quest’azione politica che i termini contrattuali sono stati resi pubblici e i cittadini hanno iniziato a lottare per il ritorno del servizio dell’acqua in ambito pubblico. Ed è sempre con un referendum che in Italia, il 94,5% dei votanti si è espresso contro la privatizzazione del servizio dell’acqua e contro il concetto di mercificazione dell’acqua e, siccome “Italiani e Greci, una faccia una razza”, potrebbe certamente essere un referendum a dare voce alla volontà del popolo greco, la maggioranza del quale è contraria alla a privatizzazione del monopolio dell’acqua[6].

Ha accennato a malintesi; ha chiarito che “l’acqua non sarà privatizzata anzi, metteremo semplicemente in opera un partenariato pubblico-privato”. Non possiamo sentirci a nostro agio; è stato proprio un partenariato di questo tipo che a Berlino ha prodotto un incessante incremento dei prezzi dell’acqua e la perdita del controllo sociale.

Ha affermato che “la cosa peggiore per noi è quella di trovarsi in un paese che non rispetta la legge”. Siamo d’accordo. Nel caso non lo sapesse già,vorremo informarla che il quotidiano Eleytherotypia ha rivelato che, per ordine del Procuratore di Salonicco Argyris Demopoulos, è in corso un’indagine per corruzione riguardo a somme superiori a 100 milioni di euro, provenienti in parte dal Fondo di Coesione Europeo, per progetti attivi fino al 2016 che, se non pagati dall’investitore, saranno spesi illegalmente a profitto di un’azienda privata (la Grecia è stata penalizzata in passato per motivi simili), a condizione che la privatizzazione avvenga prima della data. Secondo l’articolo, un importante parametro dell’indagine è che il HRADF presenti la bozza del contratto di concessione per studiarne i contenuti esatti, per correlare l’uso delle citate infrastrutture ai termini dell’accordo.

Ovviamente, si aspetta ancora la decisione del Consiglio di Stato sulla legalità del passaggio di azioni EYATH a HRADF. Ciò che noi cittadini (e anche Lei, si presume) troviamo assolutamente inaccettabile, sono i casi in cui la Costituzione e le decisioni della Corte Suprema non sono rispettate da tutte le parti.

Presumiamo che, come Vice Presidente della Suez Environnement, la Sua presenza a Salonicco sia rappresentativa del forte interesse della compagnia che Lei rappresenta per l’acquisizione di EYATH come trampolino verso i mercati balcanici. Siamo fermamente convinti di questo. Tuttavia, Le consigliano non dimenticare che il vento della rimunicipalizzazione soffia già sui Balcani[7].

In fede,

SaveGreekWater, L’iniziativa per la non privatizzazione dell’acqua in Grecia
e
SOSte To Nero, EYATH Impiegati del Sindacato, Movimento 136, Water Warriors

P.S. I tempi sono cambiati da allora ma vorremo ricordarLe un fatto storico: durante il fuoco che distrusse Salonicco nel 1917, il servizio per la distribuzione dell’acqua, un interesse francese di allora, si era rifiutato di distribuire l’acqua perché doveva rifornire le forze dell’Entente accampate nella zona (articolo sul quotidiano EFSYN il 10/05/2013). A scanso di equivoci, nessun riferimento è voluto riguardo a simili comportamenti da parte della sua azienda.

[1] Alcázar, L.; Badala, A.; Shirley, M. - Rapporto di La banca mondiale. Estratto 2008-04-16.

[2] Solanes, M. (2006) - “Efficacia, Equità, e Liberalizazzione dei servizi idrici in Buenos Aires, Argentina”. Industry, Services & Trade (OECD)

[3] International Center for Settlement of Investment Disputes

[4] E’ per mancanza di fondi che OFWAT (Autorità di regolamentazione del Regno Unito) non è mai riuscito a impedire le Società private dell’acqua nel Regno Unito di realizzare profitti abusivi. E anche se è riuscito a scoprire atti, di frode commessi dalle stesse società, ha accordato una notifica di 25 anni prima della revoca delle licenze, come a dire che gli è stato accordato un monopolio eterno. Inoltre, secondo un rapporto del 1997 della Corte dei Conti francese, il sistema di privatizzazione sul quale Suez e Veolia basano il proprio dominio nazionale soffriva di difetti sistemici: “La mancanza di controllo supervisionale da parte degli enti pubblici preposti, peggiorata dalla mancanza di trasparenza tipica di questo genere di amministrazione, hanno prodotto abusi” (PSIRU, Università di Greenwich).

[5] Informazioni trovate negli atti finanziari di Suez Environnement pubblicati su Bloomberg

[6] Per quanto riguarda il piano di cessione di ΕΥΑΘ, il 76% dei cittadini non è d’accordo

[7] A Sofia, l’acqua sta per essere rimunicipalizzata grazie ad un referendum locale. Secondo il Vice Presidente del Comitato per le politiche commerciali e la proprietà comunale, ci sono tre motivi per i quali terminare il contratto con la società: a) non sono rispettate le condizioni riguardanti le perdite d’acqua, b) il prezzo dell’acqua è di molto superiore a quello convenuto all’origine, c) elevate spese aziendali i.e. di consulenze (27 Agosto 2013| 08:14 | FOCUS News Agency). In Ungheria, la città di Peks ha rimunicipalizzato il servizio idrico nel 2010, ponendo fine al contratto con una filiale di Suez; anche la città di Caposvar ha rimunicipalizzato l’acqua. In Ungheria, anche nelle città in cui la distribuzione dell’acqua è stata privatizzata, tutti gli investimenti sono sostenuti dall’amministrazione centrale (PSIRU, Università di Greenwich).