Il Movimento Europeo dell’Acqua (European Water Movement - EWM) è stato uno dei partecipanti all’Università Estiva Europea 2022 dei Movimenti Sociali (ESU 2022) in Mönchengladbach, stabilendo legami con le altre organizzazioni europee.
La ESU, tenutasi in Germania a Mönchengladbach dal 17 al 21 agosto 2022, è stato un evento estremamente coinvolgente, dove centinaia di attivisti dei movimenti sociali europei e di altre parti del mondo hanno condiviso esperienze, idee e iniziative per un mondo diverso. In tale contesto, come EWM, abbiamo presentato e discusso due seminari sull’acqua, bene comune attualmente sotto minaccia delle politiche liberiste di mercificazione, privatizzazione e appropriazione.
Il primo seminario, Le politiche sull’Acqua in Europa (Water policies in Europe), si è tenuto il 18 agosto.
Cominciamo dal concepire l’acqua come un bene comune. L’acqua configura le società ma può essere anche fonte di conflitto, a seconda di come viene intesa. Ecco perché un inquadramento come bene comune rende possibile una appropriata gestione capace di risolvere i conflitti.
L’acqua intesa come bene comune implica la necessità di regolamentazione mediante norme decisionali comunitarie, al fine di evitare situazioni di abuso, esaurimento o sovrasfruttamento. Tale regolamentazione comunitaria, per essere attuata con meccanismi decisionali democratici, presuppone una gestione forte, trasparente, aperta e partecipativa, dove tutti gli utenti della comunità in questione abbiano un loro ruolo. Questa gestione deve essere portata avanti dalle autorità pubbliche e dagli utenti che costituiscono la comunità, in modo che le decisioni vengano orientate all’interesse comune. Non ha pertanto senso delegare il governo dell’acqua ad attori con interessi particolari od operanti al di fuori della comunità. In tale ottica è giustificato stabilire l’acqua quale bene comune inalienabile che non può essere oggetto di mercificazione.
Al contrario, l’Unione Europea considera l’acqua da un diverso punto di vista. Già nel 1992, con la Dichiarazione di Dublino sull’Acqua e sullo Sviluppo Sostenibile (Dublin Declaration on Water and Sustainable Development), l’acqua venne dichiarata risorsa economica. Fino agli anni ’80 la maggior parte dei servizi idrici erano a gestione pubblica, ma con la trasformazione globale neoliberista la privatizzazione fu introdotta quale formula magica attraverso la pressione delle istituzioni finanziarie internazionali e il mantra del debito e dell’inefficienza pubblici. Le finalità dei servizi pubblici quali l’accessibilità, la solidarietà e l’equità furono rimpiazzati dagli obiettivi di efficienza finanziaria. In tale quadro il governo dell’acqua viene considerato quale elemento tecnico aperto alla partecipazione di portatori di interessi, in special modo del settore privato.
Diverse volte la Commissione Europea ha cercato di attaccare la sovranità nazionale e municipale a favore del potere delle multinazionali dell’acqua. Ciò si è verificato con l’intento di introdurre l’acqua nel mercato unico o con le imposizioni nei momenti di crisi da parte della Troika su Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda.
Per queste ragioni nel 2012 è stata lanciata la campagna Right2Water con la raccolta di firme per richiedere il riconoscimento del diritto umano all’acqua e tutelare il bene comune dell’acqua nell’Unione Europea, secondo le indicazioni della risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010, che aveva sancito l’acqua e i servizi sanitari quale fondamentale diritto umano universale. La Right2Water è stata la prima riuscita Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) ed ha raccolto quasi 2 milioni di firme.
Grazie alla mobilitazione creatasi, nel 2012 è stato fondato a Napoli l’European Water Movement (Movimento Europeo dell’Acqua). Da allora coordiniamo le nostre iniziative dal basso e i movimenti sociali che operano a livello locale per portare a livello europeo le nostre richieste. Siamo riusciti a creare un’alleanza globale europea con legami internazionali. Continuiamo a procedere avanti verso la realizzazione di un governo aperto, trasparente a partecipativo ove l’acqua è gestita come un bene comune.
Nel seminario abbiamo anche analizzato come le politiche europee sull’acqua configurano la gestione delle risorse idriche. A livello dell’Unione Europea abbiamo illustrato la parziale ed insoddisfacente legislazione UE che non ha trasposto (o solo trasposto parzialmente) nella propria normativa le istanze sancite dall’ONU con il riconoscimento del Diritto Umano all’Acqua ed ai Servizi Sanitari, o richieste dalla ICE Right2Water ed inizialmente approvate dall’Europarlamento; abbiamo anche illustrato il condizionamento subito dai vertici istituzionali della UE da parte delle lobby private.
A livello nazionale e territoriale abbiamo illustrato: gli elementi necessari per un effettivo governo dell’acqua pubblico e partecipativo; uno sguardo attraverso l’Europa sulle esperienze di (ri)municipalizzazione dei servizi idrici e sulle iniziative dal basso; il rischio di mercificazione e privatizzazione dell’intero ciclo dell’acqua originato dal Next Generation EU e dai relativi Recovery Plan degli Stati Membri della UE.
Per il dettaglio, al seguente link il materiale (in inglese) che è stato illustrato in questo seminario.
Il secondo seminario, Lotte contro l’accaparramento dell’acqua e l’inquinamento degli ecosistemi idrici da parte di aziende private, è stato tenuto il 19 agosto.
Al seguente link presentazione e video in francese e tedesco.