Ricorso alla CEDU : Perchè si scrive Acqua, ma si legge Democrazia

"Perchè si scrive Acqua, ma si legge Democrazia" e' il motto che ci accompagna da ormai quasi vent'anni e che, ancora oggi, 20 marzo 2025, è la principale motivazione per la quale abbiamo presentato alla Camera dei Deputati il nostro ricorso che depositemo alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU).

Con questa azione, il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, custode del vittorioso esito referendario del giugno 2011 con il quale 27 ml di italian* hanno espresso la chiara volontà perchè la gestione dell'acqua fosse estromessa dalle logiche di mercato e di profitto, intende far valere un diritto attualmente ancora negato a tutt* noi e che, a causa di ciò, rappresenta un serio pericolo di inasprimento della situazione di disuguaglianza sociale già presente nel nostro Paese.

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Strategia di resilienza idrica, Contributi alle richieste di prove

Marzo 2025

Contributi del Movimento Europeo dell'Aqua alle richieste di prove

Strategia di resilienza idrica
Il primo principio dell'efficienza idrica

Il Movimento Europeo dell'Acqua (EWM) è una rete aperta, inclusiva e pluralista il cui obiettivo è rafforzare il riconoscimento dell'acqua come bene comune e diritto universale fondamentale. Siamo uniti nella lotta contro la privatizzazione e la mercificazione di questa risorsa vitale e nell'impegno a costruire un sistema di gestione pubblica e comunitaria dell'acqua, fondato sulla partecipazione democratica dei cittadini e dei lavoratori. L'EWM è stato uno dei promotori dell'Iniziativa dei cittadini europei (ECI) 2012/13 "Right2Water" sul diritto umano all'acqua.

L'ultimo rapporto dell'AEA sullo Stato dell'acqua in Europa 2024 ha evidenziato dati spaventosi sia sulla qualità che sulla quantità dell'acqua nelle acque superficiali e sotterranee, dove sono stati chiaramente identificati alcuni dei principali fattori scatenanti.

Pur riconoscendo diversi elementi positivi nella Strategia di resilienza idrica avviata dalla Commissione europea, riteniamo che alcune questioni critiche rimangano irrisolte. Queste carenze compromettono l'efficacia della strategia, la sua natura democratica e partecipativa e, cosa altrettanto importante, la conservazione delle risorse idriche.

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Dichiarazione dell'EWM dopo la riunione di Lione

Lione, 4-6 aprile 2024

Acqua per tutti, Acqua per la Pace. In occasione del suo incontro annuale, il Movimento Europeo dell’Acqua (EWM – European Water Movement) riafferma il governo pubblico e democratico di questa risorsa vitale, che deve essere preservata quale bene comune contro qualsiasi privatizzazione, mercificazione ed accaparramento.

A fronte delle emergenze ambientali, sociali e politiche, il patrimonio naturale e le risorse idriche devono essere preservati mediante la loro prevenzione e protezione. Dinanzi a penuria, siccità e inondazioni, la garanzia di acqua per ciascuno deve avere priorità rispetto ad un utilizzo industriale od agricolo eccessivo od illegittimo. È imperativo ripristinare ecosistemi perturbati o distrutti, nonché la qualità dell’acqua, drammaticamente inquinata da agenti chimici tra cui PFAS e microplastiche. A tal fine deve essere garantito il supporto alla transizione agro-ecologica e devono essere adottate misure rigorose riguardo all’utilizzo e allo scarico di sostanze tossiche.

L’attuazione del diritto umano per tutti ai servizi idrosanitari richiede che l’acqua venga esclusa da processi di liberalizzazione, mercificazione, finanziarizzazione ed accaparramento. Il governo dell’acqua deve essere pubblico, trasparente e partecipativo, con un ruolo attivo di cittadini e lavoratori. Supportato e accompagnato da partenariati pubblico-pubblico, esso deve garantire l’accessibilità economica per tutti, la qualità dei servizi ed adeguati investimenti nelle infrastrutture e nella manutenzione necessaria per la riduzione delle perdite in rete.

I paesi che si trovano nella fase del processo di unione alla UE, in particolare i paesi balcanici, non devono essere trattati come zone sacrificali. I loro corpi idrici sono parte del sistema idrico europeo e devono essere preservati dal rischio di devastanti progetti minerari; i territori ai confini della UE non devono essere ridotti unicamente a fonte di prelievo di materie prime chiave.

Il Movimento Europeo dell’Acqua è estremamente preoccupato per l’attuale stato di guerra e per il crescendo di conflitti, dove l’acqua gioca un ruolo chiave. L’acqua non può essere utilizzata come strumento geopolitico, o peggio, come arma di guerra, come in Palestina, Siria-Iraq, Ucraina, Turchia e in altre regioni. Il Movimento Europeo dell’Acqua riafferma il suo incondizionato appoggio a queste popolazioni ed ai loro rifugiati. Chiede un immediato cessate il fuoco su tutti i fronti di guerra e fa proprio l’appello dell’ONU “Acqua per la Pace”.

Esprime inoltre preoccupazione per la crescente militarizzazione della società e chiede di fermare e contrastare attivamente la criminalizzazione e lo screditamento dei movimenti in difesa dei beni comuni e, più in generale, del diritto al dissenso e della libertà di informazione e di parola.

Queste istanze sono state espresse in una lettera aperta alle istituzioni della UE, ai rappresentanti eletti ed ai candidati alle prossime elezioni europee, con la richiesta di un’immediata riattivazione dell’Iniziativa per la Resilienza dell’Acqua (Water Resilience Initiative), articolata su tali punti.

La Commissione Europea deve fare tutto quanto in suo potere per fermare l’aggressione militare turca nel Nord e nell‘Est della Siria

10 febbraio 2025

Lettera aperta dell’European Water Movement ad Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, a Jessika Roswall, Commissario europeo per l’ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare e competitiva, e a Dubravka Šuica, Commissario Europeo per il Mediterraneo

L‘European Water Movement (EWM) e i suoi membri, assieme all’European Ecology Movement for Kurdistan (Tev-Eko), chiedono con urgenza alla Commissione Europea di porre fine al suo colpevole silenzio a fronte del dramma umanitario ed ecologico attualmente in corso nel Nord e nell’Est della Siria prodotto dall’aggressione militare turca diretta contro la popolazione civile a prevalenza curda e contro la diga di Tişrin sul fiume Eufrate.

La Turchia usa da anni l’acqua come arma contro i curdi turchi, siriani ed iracheni

Oltre ad usare l’acqua come arma contro i curdi e i loro alleati in Siria, la Turchia sta anche conducendo una guerra con l’acqua, non dichiarata ufficialmente, in bacini transfrontalieri (Eufrate, Tigri), per imporre la propria egemonia politica sui paesi coinvolti della Siria e dell‘Iraq.

Gli ambientalisti Tev-Eko, molti dei quali sono membri della diaspora curda in Europa, hanno documentato queste pratiche di lunga data da parte della Turchia (vedi la dichiarazione di Tev-Eko).

Nel corso dei negoziati per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea (UE), il governo turco ha sostenuto di aver adattato la propria politica sull’acqua a quella della UE. La politica UE sull’acqua include una gestione concordata dei bacini idrici, una solidarietà tra i territori a monte e a valle, una equa distribuzione dell’acqua fra i suoi diversi utilizzi, la protezione degli ambienti acquatici, ecc. Ma la Turchia non adotta affatto questa politica sull’acqua, piuttosto fa il contrario. L’EWM è pertanto sorpreso dal fatto che la Commissione Europea non abbia mai fatto alcun commento nei confronti della Turchia, neanche dopo il bombardamento della diga di Tişrin. La diga di Tişrin assicura l‘acqua per la fornitura di acqua potabile, per l’irrigazione agricola e per la produzione elettrica, tutti fattori essenziali per la vita di centinaia di migliaia di persone. Come spiega Tev-Eko, la sua distruzione causerebbe incalcolabili conseguenze sociali ed ambientali, minacciando le vite delle future generazioni e degli ecosistemi in una vasta area a valle.

La politica migratoria della UE è contraria ai diritti umani e inefficace nello sradicare il terrorismo islamico in Europa

Fin dal 2016 l’Unione Europea ha finanziato la Turchia affinché impedisse ai siriani in fuga dal regime di Hafez Al Assad di trovare rifugio in Europa. In cambio la UE ha chiuso gli occhi sui crimini di guerra contro i curdi nel Kurdistan Turco, dove nel 2016 diverse città, tra cui Cizre, Sirnak e Nusaybin, sono state distrutte e mezzo milione di persone sono state sfollate e dove, a partire dal passaggio sotto il controllo turco nel 2018, sono state perpetrate le atrocità da parte delle milizie islamiste del Syrian National Army (SNA) sulla popolazione, impossibilitata a fuggire dalla regione di Afrin, a prevalenza di popolazione curda. Come si è visto, ciò non ha impedito gli attacchi islamisti in Europa.

La stessa situazione, anche peggiore, può verificarsi di nuovo con l’attacco dell’esercito turco con I propri alleati della SNA contro la regione dell’Amministrazione Autonoma del Nord e dell’Est della Siria. La conquista da parte dell’esercito turco e dei propri alleati della SNA di questa regione governata da un regime democratico porterà alla morte di migliaia di civili, alla cacciata di centinaia di migliaia di persone e alla liberazione dei prigionieri di Daesh (Stato Islamico), molti dei quali in possesso di passaporto europeo.

La Commissione Europea deve agire in conformità ai valori dell’Unione Europea

La Commissione Europea, la cui Presidente ha di recente riaffermato solennemente i valori sostenuti dall’Unione Europea, ha il dovere di metterli in pratica in qualunque momento. Attualmente questi valori europei sono apertamente violati dalla Turchia nel Nord e nell’Est della Siria, e, in un futuro non troppo lontano, ciò porterà drammatiche conseguenze anche negli Stati Membri della UE. Chiediamo pertanto con urgenza alla Commissione Europea di fare tutto quanto in suo potere per fermare l’aggressione militare turca in Siria.

per contatti : hello (at) europeanwater.org

Stop alle uccisioni e alle atrocità a Gaza e in tutti i territori occupati

 

L’European Water Movement (EWM – Movimento Europeo dell’Acqua) condanna con forza l’invasione in corso di Gaza, il massacro, il ferimento e la mutilazione di civili innocenti, di cui quasi la metà bambini, il taglio nella fornitura di acqua, cibo, combustibile, cure mediche ed altri beni essenziali, la repressione, la segregazione e la sistematica di distruzione di case dei palestinesi in tutti i territori occupati e chiede :

  • immediato cessate il fuoco
  • stop a ogni violenza contro la popolazione
  • corridoi umanitari
  • fine della colonizzazione e del regime di apartheid da parte di Israele
  • riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo Palestinese.

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