ABC Napoli : Ennesimo bluff
Acqua e trasporti sono la croce della nostra città, come venirne fuori? E se il Comune diventasse ribelle?
Qualche sera fa, in uno dei vicoli del Centro Antico, ho incontrato un compagno che ha più dimestichezza e intelligenza interpretativa del sottoscritto nell’analizzare la contorta semantica del burocratese.
Ne ho approfittato per chiedergli ragguagli sugli aumenti tariffari preannunciati nella delibera ABC del 3 novembre 2017 “nuova articolazione tariffaria e bonus sociale idrico”. Il compagno, proprio perché dotato di raffinata perspicacia, ha subito intuito che stavo per scrivere un nuovo articolo sulla controversa storia napoletana “Acqua Bene Comune”. E, sinceramente preoccupato per le mie fughe in attacco, ha detto: “E’ una fase delicata, incombe il dissesto, lo spettro di un commissariamento…”. Dal tono della voce non ho percepito nulla di censorio, piuttosto un invito ad usare con più prudenza le parole. Infatti,ha poi sorriso a questa mia risposta: “Sono particolarmente allergico ad ogni decisione d’autorità calata dall’alto, ma l’allergia potrebbe soffocarmi se per un motivo qualsiasi mi ritrovassi a fare lo struzzo con la testa sotto la sabbia”.
Che la questione ABC non sia percepita come criticità cittadina è un dato di fatto sia per la cosiddetta gente comune sia per quella fetta variegata di militanti politici e sociali. Le ragioni potrebbero essere essenzialmente due. La prima: l’ABC non rientra nel calendario dell’attualismo emergenziale, vale a dire non appare da codice rosso (come ad esempio la situazione del TPL o quella dei servizi sociali). Seconda ragione: l’ABC emette bollette di pagamento che assicurano disponibilità di liquidi immediati, e ciò favorisce per ora e forse per i prossimi due anni una regolarità di servizio. In realtà, però, la malattia c’è e, per quanto possa apparire asintomatica, continua nel suo percorso erosivo.
Al momento, non sono state messe in campo terapie efficaci. Anzi, se le cose continueranno a camminare così come stanno camminando, non è un azzardo ipotizzare un collasso dell’azienda entro i prossimi tre anni.
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