Dichiarazione del Movimento europeo per l'acqua dopo il FAMA di Brasilia

La scorsa settimana (17-22 marzo 2018) una delegazione di circa 20 membri del Movimento Europeo dell'Acqua, ha partecipato al Forum Mondiale Alternativo sull'Acqua (FAMA, Foro Alternativo Mundial da Agua) a Brasilia: l'alternativa concreta al World Water Forum, organizzato dal World Water Council, che rappresenta la voce delle multinazionali e della Banca Mondiale.

Movimenti sociali, sindacati, comunità locali, gruppi femministi e popoli indigeni si sono riuniti per combattere le multinazionali che vogliono trasformare l'acqua in una merce e promuovere la finanziarizzazione dei sistemi idrici e degli ecosistemi, privatizzando le risorse e mercificando un diritto umano.

Il FAMA è stato un evento caldo e pieno di speranza, che ha riunito 7000 attivisti provenienti da diversi luoghi e facilitato lo scambio di sfide, esperienze e soluzioni. Ancora una volta è stata confermata l'importanza di approfondire e rafforzare le posizioni e le connessioni tra movimenti sociali, sindacati, popolazioni indigene e comunità locali. È emerso inoltre quanto sia cruciale concentrarsi sulle lotte delle donne contro la privatizzazione della natura e il patriarcato.

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Ancora una volta la Commissione europea delude i cittadini che sostengono l'iniziativa per il diritto all'acqua

Brussels, 31 Gennaio 2018

Oggi gli attivisti europei per l’acqua affermano che la proposta per una nuova Direttiva sull’acqua potabile recentemente trapelata è deludente e non risponde alle aspettative dei cittadini e delle organizzazioni che hanno sostenuta la prima Iniziativa Cittadina European( ICE) sul diritto all’acqua. La revisione di questa direttiva era stata elaborata dalla Commissione come unica risposta alla ICE. Cinque anni dopo, questa bozza non risponde a nessuna delle richieste sostenute da quasi due milioni di persone.

Elisabetta Cangelosi, membro del Movimento Europeo per l’Acqua afferma: “Abbiamo aspettato una risposta per cinque anni e il risultato non poteva essere più deludente. Anche se apprezziamo il timido sforzo della Commissione per includere disposizioni relative all’accesso universale all’acqua e l’enfasi su minoranze e gruppi vulnerabili, questo testo non ha nulla a che vedere con il diritto umano all’acqua riconosciuto dalle Nazioni Unite e chiesto dai cittadini”.

Il diritto umano all’acqua, per come è definito dalle Nazioni Unite implica che l’acqua debba essere accessibile, sicura, accettabile, sufficiente e economicamente abbordabile. La bozza di Direttiva sull’Acqua Potabile risponde solo ai primi tre aspetti.

David Sánchez, direttore di Food & Water Europe aggiunge, “La proposta della Commissione ignora semplicemente la sfida più difficile per il Diritto Umano all’acqua nel contesto Europeo, la questione dell’abbordabilità. Con migliaia di famiglie cui è stata tagliata l’acqua negli ultimi anni perché non riescono a pagare le bollette, garantire l’accesso all’acqua non è abbastanza. C’è bisogno di coraggio politico da parte della Commissione per mettere in discussione le compagnie private che traggono profitto dalla gestione dell’acqua per poter davvero implementare questo diritto umano in Europa”.

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La Giornata mondiale delle zone umide: Il Movimento Europeo per l’Acqua invita a difendere il Delta dell'Ebro

Bruxelles, 2 febbraio 2016

L'EBRO

L’Ebro è il terzo fiume più lungo del Mediterraneo, dopo il Rodano e il Nilo. Il suo corso attraversa nove comunità autonome in Spagna prima di sfociare nel Mar Mediterraneo, dove forma il Delta dell'Ebro (Catalogna).

Il Delta è una delle più vaste zone umide costiere rimanenti in Europa. Questa zona di delta di quasi 8000 Ha è stata dichiarata Parco Nazionale ed è stata riconosciuta come sito d’importanza internazionale dalla Convenzione di Ramsar sulle zone umide, come zona di protezione speciale per gli uccelli (SPAB - 79/409 / CEE), come area d’interesse comunitario (CIA - 85/337/CEE) e come Riserva della Biosfera UNESCO.

IL PROBLEMA

L’intenso consumo di acqua in tutto il bacino dell'Ebro sottopone il fiume a forti pressioni e nuoce alla sua funzionalità ecologica. In particolare, il Delta, la sezione più vulnerabile del fiume, subisce una drastica riduzione dei flussi di acqua e apporto di sedimenti. Questo porta al cedimento di tutta l’area del delta, che ora si abbassa ad una velocità di 0,3 cm l'anno. Le previsioni sul cambiamento climatico dimostrano con certezza come questo fenomeno, insieme all'aumento del livello del mare, condurrà alla scomparsa dell’80% del territorio nel corso del prossimo secolo. 

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I sindacati e la società civile accolgono con favore l'introduzione del diritto umano all'acqua nella Costituzione della Slovenia

Bruxelles, 18 novembre 2016

L'Assemblea Nazionale della Slovenia ha votato ieri sera un emendamento alla Costituzione per includere un nuovo articolo che riconosce il diritto umano all'acqua. L'emendamento definisce le fonti d'acqua come bene pubblico gestito dallo Stato, che non può essere trattata come una merce. Secondo il nuovo testo, l'acqua potabile deve essere fornita dal settore pubblico non a scopo di lucro. Si tratta di un grande successo per gli attivisti sloveni ed i cittadini. 

"I cittadini di tutta l'UE e l'Europa si sono mobilitati con successo per avere il diritto all'acqua e ai servizi igienici riconosciuto come un diritto umano - come deciso dalle Nazioni Unite -. E per avere riconosciuto questo diritto anche nella legislazione UE. La Commissione europea continua ad ignorare che quasi due milioni di firme raccolte hanno sancito il primo successo dell'Iniziativa dei Cittadini Europei. Il Commissario Vella dovrebbe ascoltare i cittadini e seguire l'esempio sloveno il più presto possibile", ha dichiarato Jan Willem Goudriaan, EPSU Segretario Generale.

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Il trattato di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada minaccia la gestione dell’acqua

Bruxelles, 30 ottobre, 2015

Durante i negoziati segreti sul trattato di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada (CETA), La Commissione europea aveva sempre affermato che l’acqua era esclusa dal trattato e che non sarebbe stata rimessa in discussione la questione della scelta da parte delle pubbliche autorità del modo di gestione dei servizi di interesse economico generale (SIEG) connessi all’acqua (produzione e distribuzione dell’acqua potabile, fognature ecc.). La lettura del testo consolidato del CETA reso pubblico il 26 settembre 2014 dimostra che la realtà è tutt’altra.

Diritti e Doveri riguardo all’Acqua

L’articolo dal titolo « Diritti e Doveri riguardo all’Acqua » (Rights and Obligations Relating to Water) è redatto in termini giuridici elusivi e a volte contraddittori rispetto alla legislazione europea e alle legislazioni nazionali. Non c’è dubbio: l’ambiguità e i difetti giuridici di tale articolo faciliteranno in Europa e in Canada l’accaparramento dell’acqua da parte delle multinazionali. L’articolo afferma che « l’acqua al suo stato naturale […] non è una merce o un prodotto e perciò […] non è soggetta alle condizioni dell’Accordo ». Ora, la quasi totalità degli usi dell’acqua (potabile, fognatura, irrigazione agricola…) riguarda un’acqua estratta dall’ambiente naturale ed è perciò considerata un bene e un prodotto, e potrà essere trattata come una merce e pertanto soggetta alle disposizioni CETA. L’articolo prosegue: « Qualora una Parte permetta l’uso commerciale di una specifica fonte idrica, dovrà farlo in modo compatibile con il presente Accordo » ma non vengono però chiaramente definiti né « uso commerciale », né « fonte idrica specifica ». Attualmente in Europa i diritti di prelievo di acqua sono concessi dagli Stati con criteri diversi dalle regole riguardanti il commercio e l’investimento presenti nei trattati di libero scambio. Stanti queste condizioni, come considerare quest’articolo se non come uno strumento in più per andare verso la mercificazione dell’acqua?

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